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CORSO ESECUZIONE : affidamento in prova e semilibertà

            RESOCONTO DELL’INCONTRO SU AFFIDAMENTO IN PROVA AI SERVIZI SOCIALI E SEMILIBERTA’ a cura dell’avv. V.M. Pellicoro

 

 

 

Il 24 gennaio 2012 nell’ambito del corso di alta specializzazione sull’esecuzione penale, misure alternative, procedimento di sorveglianza e trattamento penitenziario, si è tenuto presso la sala del consiglio dell’Ordine degli avvocati di Bari l’incontro di studio dal tema: l’affidamento in prova ai servizi sociali e semilibertà.

 

L’argomento è stato trattato e relazionato dal Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Bari dott.ssa Giuseppina D’Addetta.

 

La dott.ssa D’Addetta dopo aver brevemente analizzato il percorso giuridico-sociale attraverso il quale si è giunti all’umanizzazione della pena, ha intrapreso una approfondita analisi delle tematiche più rilevanti in ordine agli istituti dell’affidamento in prova ai servizi sociali e della semilibertà.

 

La relazione della dott.ssa D’Addetta ha assunto un taglio pratico analizzando gli aspetti giuridici più rilevanti per la corretta instaurazione del procedimento, soffermandosi con particolare attenzione sulla dichiarazione od elezione di domicilio che deve essere contenuta all’interno dell’istanza di parte (art. 656 co. 6 c.p.p.), esaminando tutte le problematiche sottese all’argomento soprattutto con riferimento all’ammissibilità o meno dell’istanza in caso di mancanza di tale dato, il tutto arricchito dal puntuale richiamo a recenti pronunce giurisprudenziali.

 

Il percorso di analisi degli istituti oggetto dell’incontro è proseguito dapprima analizzando la ammissibilità dell’istanza avanzata da un condannato sottoposto a misura cautelare, indi la delicata questione della scissione del cumulo ai fini della concessione dei benefici penitenziari in presenza di reati ostativi, anche alla luce dei recenti orientamenti della Corte Costituzionale e della Suprema Corte.

 

Si è poi passati al rapporto tra le misure alternative e la recidiva alla luce dell’entrata in vigore della Legge n. 251/2005 (ex Cirielli) con la quale sono state introdotte delle limitazioni alle possibilità di accesso alle misure alternative, all’analisi del nuovo art. 50 bis O.P. ed alle problematiche inerenti alle questioni di legittimità costituzionale sollevate, nonché all’analisi del divieto di seconda concessione di misure alternative in caso di recidiva reiterata stabilito dall’art. 58 quater comma 7 bis O.P.

 

Si è giunti, quindi, alla trattazione dei presupposti, finalità e contenuto dell’affidamento in prova ai servizi sociali soffermando l’attenzione sull’effettiva idoneità delle prescrizioni imposte ad assicurare le finalità di rieducazione del reo e di neutralizzazione del pericolo di recidiva, disquisendo in ordine alla valutazione giudiziale di accesso alla misura, rapportandosi alla giurisprudenza di legittimità capace di elaborare una serie di criteri da seguire per la formulazione di una prognosi di non recidiva, alla criminogenesi, alla mancata riparazione del danno causato dal reo ed alla prescrizione terapeutica nei soggetti con disturbi di personalità.

 

Infine un riferimento all’attualità è stato quello inerente ai reati commessi dai c.d. “colletti bianchi” con tutte le problematiche giuridiche sottese e con il costante  riferimento ad alcune recenti pronunce della giurisprudenza di merito.

 

La relazione quindi è proseguita con la trattazione del secondo istituto oggetto dell’incontro studio, la semilibertà.

 

Dopo brevi cenni sulla natura e funzioni della semilibertà l’attenzione si è immediatamente rivolta alle condizioni di ammissibilità dell’istanza.

 

La dott.ssa D’Addetta ha riservato, quindi, la conclusione della propria relazione al richiamo ad alcuni dati significativi delle legislazioni europee in merito alle misure alternative alla detenzione. 

 

Avvocato Vito Massimo Pellicoro

 

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Articolo scritto il 17/02/2012
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